Maglio a balestra

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Il maglio si trova in un'area di parcheggio del locale di fronte. E' posizionato su un basamento di cemento e lo strumento è fruibile da 50 cm di altezza.

Nel 1453 Nicolò di Maniago fece derivare dal corso del torrente Colvera una roggia, che scorre ancora oggi sul retro dell’edificio dall’altro lato della strada, una vecchia officina. Oltre a portare acqua ai campi e alimentare mulini e segherie, mosse le ruote idrauliche dei primi battiferri, meccanizzando l’antico e faticoso lavoro dei fabbri. Il maglio a testa d’asino prima e il maglio a balestra poi, furono gli strumenti con cui i favris da gros, fabbri da grosso, realizzavano per battitura i propri prodotti. Questi artigiani devono il loro nome al fatto che ciò che producevano non necessitava di rifiniture, se non nella parte tagliente: era, per l’appunto, grossolano. Vomeri, falci, roncole, vanghe, zappe, pale, picconi, mannaie, scuri, coltellacci costituivano gran parte della loro produzione.

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